Ventuno sistemi sanitari in Italia. Ora basta!

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Corrado Bibbolino

Corrado Bibbolino

Avrei dovuto parlare della attuazione del contratto nelle ASL e del faticoso iter della direttiva europea 13/59 ad un passo dalla approvazione.
Siamo stati pronti nell’uno e nell’altro caso fronteggiando tutti gli attesi attacchi. Da un lato da controparti spesso non più abituate alla contrattazione e quindi portatrici di atteggiamenti grossolanamente scorretti o impropri, dall’altro rappresentando quanto sia necessaria una rapida approvazione della legge di trasposizione nazionale del testo sulla Radiazioni uscito dalla Presidenza del Consiglio. Questo testo appare equilibrato e corrispondente alla direttiva europea.

Avrei, ma sono costretto a limitarmi alle poche righe già scorse rassicurando che abbiamo fatto e faremo tutti la nostra parte perché la buriana (il burian slavo che diventa Bora a Trieste) portata dal COVID-19 ha stravolto le nostre vite e le nostre priorità. La nostra attività di tutela si è dovuta immediatamente spostare sulla vita quotidiana cercando di dare una mano ai colleghi con suggerimenti (un sindacato non può dettare linee guida), riflessioni, documentazioni, conoscenza di norme e disposizioni, oltre alla richiesta di riconoscimenti a coloro che stanno lottando in prima linea, al fronte (e la metafora bellica ci sta tutta, ma proprio tutta).

Trovate in questo fascicolo numerose testimonianze di questi giorni convulsi che hanno evidenziato ancora una volta tutti i pregi ed i difetti del nostro Paese. Ingegnosità, abnegazione, capacità intellettuale ma anche poca fiducia nelle Istituzioni, ricerca idiota di soluzioni individuali, convinzione beota che prima o poi lo stellone ci aiuterà.

Chi ha lavorato e purtroppo starà lavorando in sezione, anche se quando usciremo speriamo in fase calante, ha dato prova di spirito professionale e capacità elevatissime.

Un po’ meno i furieri e tutti coloro che dalle furerie si dovevano occupare dei rifornimenti. Poi ne parleremo ma possiamo fin d’ora dire che un po’ meno televisione e più concentrazione non avrebbero fatto male da parte degli addetti ai lavori. E non parlo dei politici che, da subito, maggioranza ed opposizione al di la del gioco delle parti si sono rimessi agli “scienziati”: non basta essere grandi interpreti di dati per portare gli eserciti in battaglia. Il depauperamento delle linee di comando irritante ma poco offensivo in tempo di pace è apparso stridente con l’impegno e la generosità dei professionisti in tempo di guerra. Eppure ai tempi della SARS tutto era pronto ed avevamo girato l’Italia con tutte le istruzioni all’uopo. Mascherine, guanti, camici, visiere, sanificazione hanno impiegato più di un mese per essere messe in regola ammesso che ora lo siano. Nel frattempo in tanti, troppi presidi alla fine di Febbraio abbiamo visto apparire FFP2 o 3 sul volto di addetti alle retrovie quando mancavano in prima linea.

Per ora possiamo solo stare al lavoro ricordando per dopo che i ventuno Sistemi si sono dimostrati oltremodo dannosi come abbiamo sempre detto. Già sento che qualcuno dirà Venti. Già ma il ventunesimo, unito in tutta Italia e stati esteri è il più agguerrito. Forza Amici e Colleghi. La lotta prosegue.

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