domenica, Aprile 28, 2024
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Senza contratti niente riforme!

Ascoltare queste parole di Renato Brunetta il 12 marzo, nel corso della riunione tra confederazioni
sindacali, tra cui la nostra CODIRP, ed il Ministero della Pubblica Amministrazione, riunione
condotta dal presidente dell’Aran Naddeo, definito grande amico dal Ministro, ha destato sorpresa
ma non stupore.
Nello scorso numero avevamo scritto che l’ottimismo della volontà poteva avere solide
fondamenta. I primi mesi del 2021, pur flagellati dalla pandemia, hanno mostrato che il nostro non
era un semplice modo di dire pur di dare un po’ di speranza. “E’ un anno che noi radiologi SNR-
FASSID chiediamo la riapertura della trattativa contrattuale. Non possiamo che essere stupiti
sebbene non sorpresi, viste le dichiarazioni anticipate dal Ministro Brunetta, dall’atmosfera
costruttiva e ottimista che si e’ respirata oggi nell’incontro tra Ministro e confederazioni sindacali”.
E’ il commento che ho rilasciato alla stampa dopo la riunione. “Le parole di Brunetta – ‘Non c’è
riforma della Pubblica Amministrazione senza contratto’- e la constatazione della presenza di fondi
fanno più che intravedere la possibilità di una stagione di confronto serrato, ma anche di speranza
di fronte alla pandemia. Non tutti e non sempre sono stati netti come il Ministro sul ruolo dei
dirigenti PA e segnatamente della dirigenza medica e sanitaria. Questa volta sembrerebbe proprio
che insieme all’ottimismo della volontà si possa lasciare un attimo indietro il pessimismo della
ragione. E comunque auspichiamo che questa volta non venga sprecata l’occasione per correre
dietro a interessi particolari. I due pilastri della trattativa centrale e decentrata sono stati
ampiamente richiamati. Sembrerebbe che il futuro sia veramente anche nelle nostre mani”.
Non siamo stati ascoltati quando un anno fa abbiamo chiesto la riapertura della stagione
contrattuale, parlando di uno straordinario bisogno di normalità. Perché questo avvenisse ci sono
volute le prescrizioni della commissione europea a proposito del Recovery Plan
(http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=90608 ). Ma oggi
questo è realtà. Una realtà che conferma la correttezza della scelta fatta molto tempo fa di
sostenere la logica di un sindacato di specialità e anche della scelta fatta un anno e mezzo fa di
sostenere il nuovo contratto.
Il sindacato di specialità: nessuno nutre più dubbi sulla necessità dello strumento sindacale
specialistico. Negli ultimi anni i successi normativi e contrattuali ottenuti dall’area radiologica, più
volte richiamati, hanno visto protagonista SNR -Fassid. Del giudizio positivo è testimonianza
l’adesione di tantissimi neo assunti che ci hanno fatto crescere di numero significativamente, in
epoca di pensionamenti di massa. Dispiace che rimangano consistenti numeri di colleghi che, pur
riconoscendo i meriti specifici, per opportunismo o per taccagneria non ci danno il loro supporto a
detrimento dell’area radiologica rafforzando altri sindacati, anche quelli che non hanno sostenuto il
nuovo contratto.
Il nuovo contratto. Appare singolare che coloro che non volevano firmare lamentino oggi la sua
non applicazione in periferia, che come sappiamo raggiunge quasi il 70% dei casi. Chi è causa del
suo mal pianga se stesso, verrebbe da dire, se non fosse che piangiamo anche noi. Molti di questi
ritardi sono dovuti ai ritardi iniziali causati dalle polemiche sulla firma obbligata. L’impatto del covid
ha fatto il resto. Noi non abbiamo cessato un momento dal sollecitare l’applicazione. E se non
avessimo firmato allora saremmo stati con la crisi pandemica ancora senza contratto. Soprattutto
non in grado di avviarne uno nuovo, per il quale sono già stati reperiti i fondi nell’ambito degli 8,9
miliardi dedicati alla pubblica amministrazione. E questa volta i medici sono stati citati per primi.
Certo i vantaggi contrattuali non potranno piovere dal cielo, ma dovranno scaturire da una
trattativa unitaria, rispetto alla quale si avvertono già scricchiolii per le modalità di fare sindacato
attento, a volte, più alle prerogative di casta che a quelle degli iscritti. È un fatto che l’epidemia
rappresenta, secondo la vecchia frase citata da John Kennedy, una crisi ma anche una
opportunità. È ancora troppo presto per poter dare un giudizio sul Governo Draghi ma non c’è

dubbio che per il paese si tratti dell’ultima spiaggia e che la persona stia mostrando tutte le
intenzioni di perseguire il bene, anche proseguendo ad agire in alcuni modi in continuità col suo
predecessore. Ma mentre si prosegue in continuità nella gestione della pandemia, la discontinuità
si avverte fortissima negli altri settori prima di oggi del tutto trascurati.
Sarà nostro compito di giorno e di notte assistere i malati secondo impegno e stress che abbiamo
già descritto negli altri numeri, ma preparare il futuro nel tempo libero.
Il prossimo contratto può costituire un’occasione decisiva per il futuro del servizio sanitario
nazionale. Sarà necessario che il lavoro nel SSN torni appetibile e torni nei nostri giovani quello
slancio, quel desiderio di appartenervi che fu. In questo senso è lucido e apprezzabile l’intervento
di Francesco Lucà riportato in altra parte di questo numero. Primo interamente online.
La pubblicazione del Decreto sulla Risonanza Magnetica, ormai attesa da tempo, pone fine ad una
interminabile querelle su ruoli e funzioni nella diagnostica per immagini. Non ci sono più alibi per noi e
per tutti gli altri https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=93685):n
La nostra rivista cambia format e si adegua ai tempi. Ma i fondamentali di pensiero non cambiano.
Da Lazzaro Barone e Donato Fierro indimenticati maestri ad oggi Il Radiologo rimane il baluardo e
nello stesso tempo il gendarme a guardia e tutela del significato più alto della nostra professione.
Auguri! A tutti noi!

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